Windows 11 e Modulo TPM 2.0: perché averlo e a cosa serve?

Dobbiamo davvero correre a procurarci un modulo TPM 2.0?

In questi giorni si fa un gran parlare di Windows 11, il prossimo sistema operativo di Redmond che dovrebbe approdare entro la fine dell’anno su quasi tutti i PC. Ho detto quasi per un motivo specifico: per utilizzare Windows 10 occorre dotarsi di una scheda madre con chip TPM 2.0! TPM è una sigla, la quale sta per Trusted Platform Module. Ovvero, un piccolo chip dedicato alle operazioni crittografiche basate su hardware, in modo da proteggere il PC prevenendo manomissione malevoli della vostra macchina, in particolare riguardo con il processo di avvio di sistema.

Microsoft ha voluto incrementare questa misura di sicurezza perché, secondo le loro statistiche, oltre l’80% delle aziende ha subito un attacco al firmware dei propri PC. Sostanzialmente la presenza di un chip TPM 2.0 consentirebbe al sistema operativo di utilizzare una crittografia più efficiente e protettiva per le funzionalità di Windows Hello e Windows Defender System Guard.

Ma perché tutto questo, perché ora? Possiamo dire che questa decisione presa dai vertici di Redmond è avvenuta probabilmente perché durante la pandemia sono nate nuove esigenze per lo smart working e l’accesso in remoto a dati sensibili. Ma cosa fare se non siete in possesso di questo requisito fondamentale? Al momento le soluzioni possibili sono solo due, ovviamente se pensate di passare a Windows 11 sin dal day one del sistema operativo.

Il primo escamotage è il più palese e semplice: dotarvi di una scheda madre che abbia il TPM 2.0! Le recenti motherboard per i processori Intel di undicesima generazione e AMD della serie 5000 dovrebbero già essere dotati di questo standard.

La seconda soluzione è invece acquistare un modulo TPM 2.0 voi stessi e voi stesse, a patto che la vostra motherboard abbia un connettore TPM predisposto. Qualche utente potrebbe già avere il TPM 2.0, ma non saperlo: in questo caso, bisogna accedere alle impostazioni di sicurezza del BIOS della vostra scheda madre. Una volta lì, dovrete spostarvi sotto la scheda “Security” e abilitare l’opzione per la Trusted Platform.

Insomma, Microsoft sta di fatto obbligando molti utenti ad aggiornarsi, anche se il supporto per Windows 10 continuerà fino al 10 ottobre 2025. Quindi, per quanto Windows 11 sia (apparentemente) un sistema operativo stabile e visibilmente gradevole (almeno per quanto Microsoft ci ha fatto intuire finora), correre ad acquistare i moduli TPM non è tanto consigliato, in particolare perché al momento sono già stati presi d’assalto dai bagarini e i prezzi di questa piccolissima periferica sono impazziti.

Ma sopratutto, avete moltissimo tempo prima che Windows 10 esaurisca il supporto ufficiale. Il consiglio è quindi di non correre, non cedere alle pressioni del mercato e attendere che il sistema operativo venga ufficialmente rilasciato e svelato, uscendo dalla fase di test. Noi non vediamo l’ora di metterci le mani!

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